venerdì 14 dicembre 2012

Twitter: solo una moda?


E’ il secondo social network per importanza e diffusione, ed è sempre più utilizzato.
Scopri se può fare al caso tuo.

E’ la tendenza del momento. In TV, sui giornali, sul web, tutti ne parlano: il fenomeno Twitter sta dilagando. Dai vip che lo usano per scambiarsi battute, ai “geek” che vogliono distinguersi dalla massa che usa l’ormai banale Facebook.
Ma la domanda è: può fare al caso nostro? Chi possiede una piccola struttura, un Agriturismo, un B&B, un ristorante, che magari è anche azienda agricola, ha mille incombenze quotidiane, e già pensare a cosa pubblicare sulla pagina Facebook può essere un problema. Vale la pena investire ulteriori energie e tempo anche sul social degli uccellini blu che cinguettano? Non è solo una moda?
La domanda è legittima. E di sicuro, impegnarsi in un nuovo social network (con le sue regole e le sue consuetudini, spesso non scritte, che richiedono un inevitabile periodo di apprendistato) è un investimento di cui non si possono prevedere i ritorni. Ciò che si può escludere, tuttavia, è che Twitter sia solo una moda passeggera. Una serie di limiti (dai 140 caratteri per messaggio, alla predominanza dei contenuti testuali su quelli visuali) hanno infatti creato un ambiente estremamente meritocratico, con scarso rumore di fondo: se siete bravi e capite come funziona il gioco, su Twitter dopo un po’ la visibilità arriva. E la realtà è che le potenzialità del mezzo sono probabilmente in gran parte ancora inesplorate. Un esempio su un utilizzo davvero poco ortodosso, ma a modo suo geniale, di Twitter? Provate a leggere qua: quello che all’apparenza sembra un monotono elenco di sigle prive di senso, è in realtà un utilissimo servizio per la comunità:
http://www.davidelicordari.com/un-uso-molto-poco-convenzionale-di-twitter/

Chi l’avrebbe mai detto, vero? E questo è solo un esempio.
Ok, ma se si deve incominciare da zero, in concreto, come funziona Twitter? Vediamolo nel dettaglio.
Chiaramente, il primo passo da compiere è iscriversi, un po’ come capita su Facebook. Ponete attenzione e cura alla veste grafica: potete selezionare una foto del profilo, un’altra immagine che comparirà in alto (una specie di omologa dell’immagine di copertina di Facebook), ed una terza che farà da sfondo a tutta la pagina. Se preferite, potete sostituire le immagini con temi grafici e sfondi suggeriti da Twitter. L’importante è personalizzare e, soprattutto, non restare senza immagine del profilo. Grande importanza riveste anche la Biografia: lì potete spiegare a chi capita sul vostro profilo chi siete, cosa fate, quali sono i vostri interessi e le vostre passioni. In più, potete inserire un link che rimandi a un altro indirizzo: il vostro sito, o la pagina Facebook. Fondamentale non scrivere un arido cv: l’informazione dev’essere snella, informale, intrigante e stimolare la curiosità del lettore. Siate ironici, siate spiazzanti.
Bene, ora avete il vostro profilo Twitter. Ma adesso? Come in tutti gli ambienti nuovi, può essere opportuno un periodo di acclimatazione. Per esempio può essere utile, all’inizio, stare ad ascoltare ciò che hanno da dire utenti più esperti. Come? Potete cercare un singolo utente, o un tweet che contenga una precisa parola, nella finestra di ricarca in alto nella pagina. Oppure, cliccando sul tasto Scopri, è possibile effettuare una ricerca per hastag. L’hastag è il nome del simbolo # che, utilizzato prima di una parola, la rende una categoria, un argomento sotto cui raggruppare un insieme di tweet che condividono la trattazione di quella specifica sfera tematica. Per fare un esempio pratico:

Finita la raccolta del Moscato, domani passiamo alla Barbera. Speriamo che il tempo tenga! #vendemmia

In questo caso, chiunque esegua la ricerca per l’hastag #vendemmia, troverà, tra gli altri risultati, anche il mio tweet. Imparare ad usare gli hastag in maniera efficace è fondamentale per acquisire visibilità.
Ok, ma chi seguire? Premesso che si può seguire chi si vuole, sarebbe opportuno trovare qualcuno che condivida la propria specifica area di interesse. E più è circoscritto, inusuale quest’ambito, più avremo chance di acquisirvi visibilità. Per esempio, ci può essere una comunità di appassionati raccoglitori di funghi in una determinata Regione che si scambia informazioni durante la stagione della ricerca. Oppure, un gruppo di persone che praticano birdwatching in cerca di informazioni su dove poter osservare quelle particolari specie di uccelli migratori. Oppure ancora: persone che effettuano ricerche per un particolare hastag (per esempio #vendemmia) durante, appunto, il periodo della raccolta delle uve. Cerchiamo quindi di inserirci nella o nelle comunità che ci interessano, o che rispecchiano la natura e l’orientamento della nostra struttura e della nostra attività. Dopo un po’ di tempo, verrà naturale non limitarsi a leggere gli altri, bensì incominciare a scrivere. Si può iniziare interagendo con i nostri following: ogni tweet presenta in basso una serie di opzioni: risposta (si replica direttamente all’autore del tweet, il cui indirizzo (che inizia sempre con una @) comparirà automaticamente all’inizio del tweet; in questo caso solo chi segue sia l’autore che chi risponde vede lo scambio di tweet nella Time Line; tutti gli altri dovranno espandere il tweet originario per leggere le risposte. Se si sposta l’indirizzo del destinatario del tweet in un altro punto, viceversa, il tweet torna visibile a tutti); retweet (inoltra il tweet anche ai propri follower: un retweet su Twitter equivale ad un “condividi” su Facebook. Mentre su Twitter l’equivalente del “mi piace” di Facebook non esiste); aggiungi ai preferiti (utile per crearsi liste di tweet che riteniamo interessanti, o che vogliamo ripescare velocemente in futuro); altro (aggiunto di recente, permette di inviare il tweet via e mail). L’ultimo modo per scrivere qualcosa su Twitter, ovviamente, è inventarsi un nuovo Tweet.
Il problema, a questo punto, è: scrivere a chi? Su Twitter infatti ci sono i following (gli utenti che noi abbiamo deciso di seguire, e di cui riceviamo i tweet sulla nostra Time Line) ed i follower (gli utenti che hanno deciso di seguire noi, per restare aggiornati su ciò che abbiamo da comunicare). Avere molti follower è ovviamente il nostro scopo su Twitter, ma è anche il principale problema: si inizia con un desolante 0, e la cifra tende, di solito, ad aumentare con estrema fatica e grande lentezza. Cosa si può fare per “mettere il turbo” e guadagnare molti follower?
Premessa: come detto, Twitter è estremamente meritocratico. Se siete bravi (ma bravi davvero), emergerete. Altrimenti, sarà difficile riuscirci. Contano quindi i contenuti (interessanti) ed il modo in cui vi esprimete: informale, spigliato, ironico, divertente, tale da suscitare simpatia e curiorità. Altro paletto non da poco: ogni tweet non può superare i 140 caratteri, come i vecchi sms. Roba da spremersi le meningi per farci stare tutto ciò che avete da dire. E a volte, è proprio impossibile. Che fare, allora? Molto spesso, si ricorre a link che rimandano a pagine esterne: un sito, un blog, anche la pagina Facebook, dove c’è più spazio per comunicare i propri contenuti. Altro problema: anche i link, spesso, sono lunghi. Inserire un link in un tweet può equivalere a riempirlo interamente. Per fortuna c’è una soluzione. Esistono diversi servizi di “accorciamento link”: facili da usare, consentono di immettervi il nostro link, ed ottenerne una versione notevolmente accorciata, ideale per essere “twittata”. Questo, per esempio, è uno di questo servizi:
https://bitly.com/

Un’alternativa è costituita dai servizi che permettono di completare tweet che proprio “non ci stavano” in 140 caratteri, come questo:
http://www.twitlonger.com/index.php/main_new/

In entrambi i casi, la tecnica per “invitare” i lettori a cliccare sul link e continuare a leggere è la stessa: il tweet deve contenere una frase introduttiva intrigante lasciata a metà, magari con i puntini di sospensione, seguita dal link.
Oltre ai link, Twitter permette di allegare anche immagini. Queste compariranno come brevi indirizzi URL: cliccandoci su (oppure cliccando su “visualizza immagine” se utilizzate un pc), si apre la foto. E’ senz’altro utile utilizzare anche le immagini, senza però esagerare: occorre infatti ricordare che Twitter è utilizzato via mobile (smartphone e tablet) molto più di Facebook, e che si contraddistingue proprio per la sua estrema leggerezza e immediatezza di utilizzo tramite questi dispositivi: i tweet sulla Time Line si caricano velocemente anche con una connessione che fa i capricci. Caso nel quale le foto (o i video), inutile dirlo, fanno invece fatica a caricarsi. Ecco perché dicevamo che su Twitter la comunicazione testuale ha ancora il sopravvento.
In ogni caso, dopo poco tempo verrà spontaneo comporre tweet molto eleganti, composti da hastag, short link e immagini. Il problema, molto probabilmente, è che i vostri follower saranno ancora desolatamente pochi. A questo punto, molti lasciano perdere. Ed è un peccato, perché comunque avevano investito tempo ed energia su Twitter. Cosa si può fare per ricevere qualche “aiutino”? Premesso che non esistono formule magiche e soprattutto universali, i “trucchi del mestiere” cui si può ricorrere per “mettere il turbo” ed ottenere visibilità presso un’ampia platea, ed incrementare così i propri follower, sono:
- Utilizzare un particolare hastag in un preciso momento, magari se l’hastag è connesso ad un evento. Per esempio, twittare con l’hastag #vinitaly in concomitanza con la cerimonia di inaugurazione della celebre fiera di Verona, fornisce visibilità. Ci sono infatti moltissimi utenti che utilizzano il tasto #Scopri di Twitter come una vera e propria agenzia di stampa, da cui attingere secondo dopo secondo contenuti in tempo reale su un determinato argomento o evento. Se il vostro tweet è interessante e contiene l’hastag giusto al momento giusto, sarà notato e vi consentirà di guadagnare follower.
- Twittate con utenti che hanno molti follower. Ottenere un retweet da parte loro dà grande visibilità, e garantisce di guadagnare follower. Per esempio, se scrivo un tweet interessante, curioso o simpatico ad un giornalista famoso con decine di migliaia di follower, ed il giornalista lo ritwitta, state certi che arriveranno a cascata decine di altri retweet, aggiunte ai preferiti e nuovi follower.

Una volta superato un certo numero critico di follower (che è variabile ma si attesta nell’ordine di qualche centinaio), i retweet, le citazioni e le menzioni saranno tanti e tali da costituire da soli un volano per la vostra visibilità. Ecco che avrete messo il turbo: Twitter è vostro. E oltre che divertente e stimolante da usare, costituità un ulteriore, prezioso canale di comunicazione per la vostra struttura.
A patto (l’avevamo già detto?) di essere bravi. E interessanti, e inusuali, e ironici. E di avere, soprattutto, qualcosa da dire. Esiste un detto su Twitter: se intendi pubblicare le foto delle tue serate, restatene su Facebook.
Più chiaro di così…
Per concludere, una guida semi seria, espressa in termini di “dieci comandamenti” su come utilizzare Twitter, da parte di un utente decisamente particolare:
http://hi-tech.leonardo.it/twitter-come-si-usa-i-dieci-comandamenti-di-lddio/

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