venerdì 8 marzo 2013

Saper raccontare storie: lo storytelling



Saper emozionare e coinvolgere i clienti con storie e immagini. Sembra questa la nuova frontiera del marketing “emozionale”. Facciamo un breve viaggio alla scoperta dell’”Arte di raccontare storie”.

Storytelling, l’arte di raccontare una storia, ovvero di condividere informazioni tramite un racconto. Che sia, possibilmente, divertente, coinvolgente ed emozionante. Può sembrare banale, ma non lo è affatto.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito a più di una rivoluzione nel modo di fare marketing (non solo turistico) da parte delle aziende. Dalla diffusione di Internet, all’avvento del web 2.0 e dei social, fino alla rivoluzione mobile. Tutto questo ha comportato un continuo, vertiginoso aumento del numero di informazioni a cui i clienti, o potenziali tali, sono sottoposti. Un vero e proprio bombardamento mediatico multicanale che da un lato ha reso gli utenti più critici, maturi e selettivi, dall’altro ha però complicato il compito di chi deve comunicare un messaggio al pubblico: la gente è satura di contenuti commerciali, ed è sempre più arduo catturare l’attenzione delle persone. Lo sanno bene i pubblicitari, che da anni sono impegnati a inventarsi tecniche nuove ed accattivanti per catturare l’attenzione delle persone. Ma l’arte di comunicare in modo innovativo ed efficace affinché un messaggio arrivi al pubblico è fondamentale anche per una piccola struttura ricettiva: può davvero fare la differenza, permettere di distinguersi nell’oceano di informazioni quotidiane e far sì che il pubblico si ricordi di noi.
Il punto fondamentale è che le storie catturano l’attenzione, perché permettono all’ascoltatore di immedesimarsi ed identificarsi nella narrazione. Non solo: chi si pone all’ascolto di un racconto, crea una serie di immagini mentali per visualizzare la storia, e noi conosciamo bene la potenza comunicativa delle immagini, anche se “virtuali”: le immagini si fissano nella memoria e vengono ricordate più facilmente rispetto ad altre tipologie di informazioni. Un altro notevole vantaggio del racconto è che tende a semplificare concetti e nozioni complesse, rendendone più facile l’apprendimento da parte dell’uditore.
Il racconto, inoltre, trasmette emozioni, che sono una delle leve più potenti per una strategie comunciativa efficace.
Ma quali sono le storie da raccontare? Innanzitutto, chiunque ha una propria storia, e lo stesso vale per la nostra struttura, i nostri prodotti, i nostri servizi. Raccontare il modo in cui è nato il nostro hotel, il nostro B&B, il nostro agriturismo o ristorante può essere un modo per coinvolgere i clienti. Lo stesso vale per il territorio e la gente che lo abita: narrare le abitudini, gli stili di vita, le storie dei nonni e dei bisnonni genera spesso momenti di suggestione in chi ascolta. Lo stesso vale per le leggende e le favole del posto, molto spesso una miniera inesauribile (e sconosciuta) di storie: un vero e proprio tesoro nascosto che attende solo di venire riscoperto ed utilizzato. Un’altra preziosa risorsa è poi costituita dai “dietro le quinte”: le persone amano ascoltare aneddoti e curiosità su ciò che accade dietro il sipario ufficiale della nostra attività. Il modo in cui è nato un piatto, ciò che accade in cucina, i momenti di vita quotidiana di chi lavora nella nostra struttura costituiscono spesso racconti spassori e divertenti.
Ma quando e dove utilizzare lo storytelling? Sicuramente preparare uno o più video da pubblicare sul sito aziendale, o sui canali social, può essere utile, anche se probabilmente le piccole strutture possono trovare impegnativo uno strumento del genere. Ecco allora che lo storytelling più interessante, ed importante, diventa quello off line: direttamente con il cliente, in struttura, durante il soggiorno. Fatto direttamente dal proprietario o gestore: trovate un momento, un ambito particolare per raccontare la vostra storia ai clienti, e per instaurare un rapporto con loro. Una visita guidata alla struttura, ai vigneti o agli uliveti, alle cantine; una degustazione di vini o prodotti, un aperitivo: molte occasioni possono diventare momenti ideali per raccontare ai clienti la nostra storia. Oltre all’efficacia del racconto, potremo contare sul fatto di aver instaurato un rapporto diretto e più stretto con la clientela, che non si dimenticherà facilmente di quel momento, di noi, del nostro lavoro e della nostra struttura.
Infine, perché non ribaltare i ruoli e chiedere al cliente che sia lui a diventare il narratore: “raccontaci la tua storia” può essere un modo simpatico, nuovo e innovativo di chiedere una recensione a chi è stato nella nostra struttura. Se saremo stati bravi a raccontare la nostra, di storia, sarà sicuramente disposto a darci qualcosa in cambio.

1 commento:

  1. Nel manuale del viaggiatore solitario ho dedicato un intero capitolo alla "comunicazione". Credo che un investimento da parte delle aziende/operatori turistici nel guidare i viaggiatori nel percorso di storytelling valga molto più di qualunque altra strategia: soprattutto è molto più utile della "social media infiltration" che regge poco e quando svelata fa fare brutte figure. Meglio mille volte un racconto genuino e trasparente http://hobomondo.wordpress.com/2013/03/05/manuale-per-viaggiatori-solitari/

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