martedì 26 maggio 2015

Titoli ed Headline, l’importanza di farli bene

Sono due cose diverse, ma in entrambi i casi l’uso delle parole giuste fa la differenza

Due decimi di secondo. E’ il lasso di tempo, sorprendentemente breve, che impeghiamo in media per decidere se cliccare su un contenuto on line oppure ignorarlo. In pratica, il primo colpo d’occhio al titolo fa la differenza. Non solo: anche quando ci troviamo di fronte sia il titolo che il contenuto, 8 volte su 10 non andiamo oltre il primo, e non leggiamo il secondo. Insomma: il titolo giusto fa la differenza tra veder arrivare i sospirati click, o no.
A questo punto, però, occorre distinguere tra titolo vero e proprio, ed headline. Perché, sebbene i due termini vengano utilizzati in italiano praticamente come sinonimi, in realtà sono due cose ben differenti (specialmente con riferimento all’originario inglese title).
L’headline è infatti la scritta che compare in alto sulla pagina, sull’etichetta della tab per quasi tutti i browser. Ed è anche quello, verosimilmente, che compare e scompare come un post-it quando passiamo con il cursore del mouse sompra ad un link. Ebbene: gli headline sono pensati ad uso e consumo degli utenti. E’ in essi, quindi, che è bene riporre la massima attenzione nell’utilizzo delle parole “acchiappa-click”. Cercando innanzitutto di essere utili (o almeno dare l’impressione di esserlo): è uno dei metodi più efficaci per attirare l’attenzione degli utenti. Proporre poi contenuti unici, o almeno rari, è sempre una buona mossa: per esempio, parlare di un argomento che pochi trattano è un buon modo per attirare chi a quell’argomento è interessato. Ricorrere agli elenchi numerati va di gran moda e pare funzionare (es: come scrivere un buon articolo in 10 punti). Tra i trucchi che è possibile utilizzare, c’è quello di scrivere ogni parola facendola iniziare dalla maiuscola (dà un senso d’importanza a ciò che dobbiamo comunicare).
Il Title, invece, è il titolo vero e proprio del contenuto, ed è anche quello che compare dopo il link nei risultati dei motori di ricerca. E, sorpresa, va pensato più per questi ultimi che per gli utenti. Cercando, quindi, di capire il modo in cui i motori di ricerca “ragionano”. Da qui, l’importanza di usare tutte le parole chiave (meglio se nel titolo compare il nome della nostra struttura o attività), di comporre un titolo “unico” (se lo stesso titolo compare uguale identico da più parti, per i motori di ricerca sarà un “doppione”), e che sia il più corto possibile (meno di 60 caratteri). C’è da aggiungere, tuttavia, che con gli ultimi aggiornamenti di Hummingbird , il più recente algoritmo di Google, l’intelligenza del motore di ricerca si è fatta sempre più sofisticata, cosicché oggi titoli troppo rigidi ed artificiali vengono per così dire “scoperti” e danneggiati nel posizionamento.
In conclusione, titolo ed headline possono essere, nella stragrande maggioranza dei casi, giocoforza molto simili tra di loro. Spesso, però, non identici. L’headline potrà essere più lungo e ricorrere ai trucchi del mestiere che abbiamo visto al fine di acchiappare i click. Il titolo, dal canto suo, potrà essere più scarno e limitarsi alle parole chiave per piacere ai motori di ricerca.

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