Il
nuovo sistema di intelligenza artificiale arriva dopo anni di studio e va nella
direzione di superare le parole chiave e favore della ricerca semantica e dei
contenuti di qualità
Non
è un nuovo algoritmo, ma dà una bella mano a quello esistente. Così, in estrema
sintesi, si può riassumere l’arrivo di RankBrain, il sistema di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico
recentemente introdotto da Google.
Cos’è
un sistema di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico? In
sostanza, è un sistema in cui il computer insegna a se stesso come fare qualcosa senza che gli venga insegnato dall’uomo.
Affascinante ed anche un po’ inquietante (vengono in mente certi film di
fantascienza, tipo Matrix), ma in questo caso non c’è da temere: RankBrain è
volto unicamente a migliorare la qualità
delle SERP di Google. A Mountain View sostengono addirittura che si tratta
del terzo “segnale” più importante per determinare il posizionamento di un sito
nei risultati di ricerca. Per la cronaca, l’algoritmo di Google tiene conto di
oltre 200 di questi “segnali”, e il fatto che gli sviluppatori ci diano
informazioni sull’importanza di questo qui nello specifico è indicativo, perché
di solito custodiscono i segreti del sacro algoritmo più gelosamente di quanto
ad Atlanta fanno con la ricetta della Coca Cola.
Gli
sviluppatori di Google dicono poi che RankBrain è il prodotto di anni di studio
e che, da buon sistema di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico,
più passa il tempo, più le sue performance migliorano.
Ma
in concreto, tutto ciò cosa comporta per chi gestisce il sito web di una
piccola struttura. In sostanza, RankBrain prosegue il lavoro iniziato da Google
con il lancio dell’algoritmo Hummingbird:
superare il concetto di ricerca basata su mere parole chiave ed avvicinarsi
alla ricerca semantica, ovvero per
gruppi di parole, frasi e concetti affini. La ricerca semantica, in altri
termini, riesce a comprendere il vero significato di un intero testo, proprio
come un lettore in carne ed ossa. Ciò implica una cosa sola: il ricorso alle
singole parole chiave in modo meccanico ha sempre meno senso, e ad essere
premiati sono sempre più i contenuti di qualità.
Ricchezza di contenuti e testi ben scritti sono quindi requisiti
sempre più determinanti per migliorare il posizionamento del proprio sito
aziendale nei risultati di ricerca di Google.
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